05/07/2017
Oltre il 79% delle conversazioni online boccia i voucher, mentre il Jobs Act non piace a quasi l’88% degli utenti della rete. Sono queste le percentuali maggiormente significative che emergono da un’indagine web che kapusons ha condotto tra il 15 gennaio e il 5 marzo sulle conversazioni online riguardanti le politiche del lavoro e il buzz prodotto dal referendum su voucher e appalti che a breve potrebbe dominare l’agenda politica del Paese.
Ebbene sì. Anche se ancora in pochi lo sanno, il 28 maggio dovremo infatti tornare alle urne per esprimerci su 2 quesiti referendari promossi dalla CGIL e volti ad abolire i voucher e a ristabilire la responsabilità solidale negli appalti.
Un’occasione che in kapusons non ci siamo fatti sfuggire per testare i nostri strumenti e le nostre metodologie nel campo della Web Intelligence, servizio che abbiamo già messo a disposizione con ottimi risultati sia per istituzioni pubbliche, sia per importanti realtà aziendali.
Ci siamo quindi messi all’opera e tramite la nostra piattaforma di web crawling e data intelligence, tra il 15 gennaio e il 5 marzo, abbiamo raccolto oltre 66mila contenuti online riguardanti le politiche del lavoro, provenienti da fonti 1.0 (siti di news online) e 2.0 (social network).
Ai fini della sentiment analysis sono stati isolati e analizzati i soli contenuti Twitter e Facebook contenenti almeno una delle seguenti keyword o hashtag: voucher, jobs act, jobsact, #voucher, #jobsact. Sono poi stati applicati dei filtri utili a circoscrivere i contenuti realmente prodotti (non condivisi o retwittati) dai social account in base a 4 livelli di influenza della fonte: molto bassa, bassa, alta ed elevata. Una scelta che ci ha consentito di ascoltare e pesare sia la pancia della rete, sia gli influencer.
I risultati
Il risultato è stato netto. I voucher hanno registrato il 79,45% di opinioni negative che salgono all’87,95% se si parla di Jobs Act. Argomenti che spesso vengono considerati come un tema unico dagli utenti e in base ai quali l’analisi svolta ha anche restituito le motivazioni principali di un così deciso malcontento.
Perché Voucher e Jobs Act non piacciono alla Rete?
Il 62,07% dei pareri negativi evidenziano che i voucher hanno fallito nel combattere il lavoro nero. Per il 20,69% negano i diritti dei lavoratori, anche sottopagandoli, mentre il 17,24% ritiene che non siano forme di lavoro che permettono di progettare un futuro.
Il 57,14% dei giudizi negativi sottolineano invece il fallimento del Jobs Act nel combattere la disoccupazione giovanile. Per il 25,17% non ha aumentato i posti di lavoro, mentre il 17,14% ritiene che abbia leso e negato i diritti dei lavoratori.
Voucher e Jobs Act. A qualcuno va bene così.
A difesa dei voucher si schiera il 20,55% delle conversazioni online, mentre un altro 12,05% prende le parti del Jobs Act.
Nello specifico, il 43,75% dei pareri favorevoli riconoscono ai voucher il ruolo di strumenti per far emergere e combattere il lavoro nero. Il 37,50% ritiene che devono essere utilizzati solo per i lavori occasionali, mentre per il 18,75% le problematiche createsi attorno ai voucher non sono relative allo strumento in sé, ma all’uso che ne viene fatto da parte dei datori di lavoro.
Ha realmente creato posti di lavoro o, anche se migliorabile, è stata una riforma che è riuscita a smuovere qualcosa nel mercato del lavoro.
Sono queste le opinioni positive più ricorrenti, entrambe con il 41,67%, in merito al Jobs Act. Per il 16,67% gli attuali tassi di disoccupazione non sono colpa del Jobs Act.
Come dobbiamo considerare questi risultati?
Sicuramente voucher e Jobs Act sono temi mal digeriti dal popolo del web. E non solo. Un sondaggio di Tecnè, svolto con la classica intervista telefonica ed eseguito nello stesso periodo della nostra analisi, ha confermato che l’82,6% degli intervistati ha bocciato il Jobs Act, mentre l’84,2% voterebbe per l’abolizione dei voucher.
Numeri molto vicini alla sentiment analysis condotta da kapusons.
Non è però metodologicamente corretto trasformare i giudizi dell'analisi del sentiment in orientamento di voto. Spesso ci si dimentica che molti utenti del web non danno seguito alle loro opinioni con azioni concrete, mentre non va mai sottovalutato l’impatto della maggioranza silenziosa.
Insomma, la rete ha parlato e (per ora) ha bocciando pesantemente voucher e Jobs Act, ma le previsioni dei risultati di voto al prossimo referendum del 28 maggio le lasciamo volentieri ai sondaggisti e agli indovini.
Le elezioni di Trump, la Brexit e il recente referendum costituzionale insegnano.
I prossimi passi
Il recente annuncio della data del voto, fissata per il 28 maggio, incrementerà sicuramente il quantitativo di discussioni online relative al referendum del lavoro, alzando finalmente il sipario e l’attenzione dei media su questo appuntamento che kapusons continuerà a monitorare con i suoi strumenti di Web Intelligence fino alla giornata elettorale.